L’ azienda PAPA affonda le radici nei primi decenni del 1900. Il 24 giugno del 1933, le prime produzioni familiari ricevono riconoscimenti dalla Cattedra Ambulante di Agricoltura di Napoli, ma fino al 1960 la produzione aveva più un significato di rappresentanza che di valore economico.

In Foto l’evoluzione della primissima etichetta del nostro vino in origine chiamato Falernum

Nel 1988 la svolta: Gennaro Papa intuisce che il vino Falerno può tornare alla celebrità. Inizialmente differenzia le coltivazioni aziendali anche con: pesco, melo, albicocco, olivo, poi dal 1995 nel periodo più buio del Falerno avvalendosi della collaborazione del figlio Antonio e di un Enologo esterno inizia ad  allevare soprattutto vigneti, dando maggiore spazio a quelli autoctoni ed avviando così un processo di ricerca su vigneti centenari, conducendo severe pratiche agronomiche per riportarli in vita. Nel 2002 arriva poi in azienda l’enologo umbro Maurilio Chioccia, le vigne passano da 2 a 6 ettari, inizia una svolta qualitativa tesa ancor più alla difesa delle cultivar autoctone e ai vigneti a piede franco, riportando alla luce anche vigne terrazzate sulle pendici del versante Sud del Monte Massico.

Oggi vengono condotti circa 8 ettari tutti dislocati sulle pendici del versante sud del monte Massico, molti di essi adagiati su delicati dorsali di collina o in ampi terrazzamenti rivolti verso la pianura Campana, tra i 100 e i 300 mt s.l.m.

Nel 1988 la svolta: Gennaro Papa intuisce che il vino Falerno può tornare alla celebrità. Inizialmente differenzia le coltivazioni aziendali anche con: pesco, melo, albicocco, olivo, poi dal 1995 nel periodo più buio del Falerno avvalendosi della collaborazione del figlio Antonio e di un Enologo esterno inizia ad  allevare soprattutto vigneti, dando maggiore spazio a quelli autoctoni ed avviando così un processo di ricerca su vigneti centenari, conducendo severe pratiche agronomiche per riportarli in vita. Nel 2002 arriva poi in azienda l’enologo umbro Maurilio Chioccia, le vigne passano da 2 a 6 ettari, inizia una svolta qualitativa tesa ancor più alla difesa delle cultivar autoctone e ai vigneti a piede franco, riportando alla luce anche vigne terrazzate sulle pendici del versante Sud del Monte Massico.

Oggi vengono condotti circa 8 ettari tutti dislocati sulle pendici del versante sud del monte Massico, molti di essi adagiati su delicati dorsali di collina o in ampi terrazzamenti rivolti verso la pianura Campana, tra i 100 e i 300 mt s.l.m.